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Decreto Milleproroghe: rinvio novità IVA per enti associativi

Per il 1° gennaio 2025 era prevista l’entrata in vigore del nuovo regime di esenzione IVA per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi realizzate dagli enti, venendo attratte nel campo d’applicazione dell’imposta.

Il Decreto Legge cd. “Decreto Milleproroghe”, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 9 dicembre, è intervenuto rimandando il tutto al 1° gennaio 2026.

Proroga al 2026 per le modifiche al Regime IVA degli Enti Associativi

Prima dell’attesa modifica normativa, l’articolo 5, comma 15-quater, del D.L. n. 146/2021 aveva fissato al 1° gennaio 2025 l’introduzione di una novità fortemente impattante per gli enti associativi: il nuovo regime di esenzione IVA per le operazioni realizzate dagli enti. In base a ciò, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi attualmente escluse dall’IVA, verranno attratte nel campo d’applicazione dell’imposta attraverso la modifica gli articoli 4 e 10 del DPR 633/72, da una parte eliminando l’esclusione da IVA prevista per alcune operazioni degli enti associativi, dall’altra prevedendo per queste operazioni il regime di esenzione.

In particolare, si parla delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi effettuate dietro versamento di corrispettivi specifici a favore di soci e tesserati, in conformità alle finalità istituzionali, da parte di associazioni politiche, sindacali, di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extrascolastica della persona.

Allo stato attuale delle cose queste operazioni sono fuori campo IVA, ma, per effetto del D.L. 146/2021, diverranno rilevanti ai fini dell’imposta con notevoli conseguenze. La prima delle quali è che, per alcuni enti, si avrà la necessità di aprire la partita IVA, che attualmente non è necessaria per un’associazione che effettua operazioni verso soci e tesserati senza svolgere attività commerciali.

Conseguenza di ciò, per gli enti che allo stato attuale beneficiano del regime di favore, si avrà un aggravio di adempimenti legato al passaggio dall’esclusione all’esenzione. Anche le operazioni esenti, infatti, sebbene non soggette ad imposta, sono obbligate agli adempimenti propri di tutti i soggetti passivi IVA (fatturazione o certificazione fiscale, registrazione, ecc.), da cui, a cascata, fatture e corrispettivi telematici.
Con il “Decreto Milleproroghe” di tutto ciò se ne riparlerà dal 1° gennaio 2026, così che le operazioni attualmente detassate saranno attratte nel campo di applicazione dell’IVA soltanto dal 2026.

Indubbiamente questa novità garantirà ai destinatari della normativa ed agli operatori del settore (quali commercialisti e consulenti) maggior tempo per potersi preparare e per poter attuare una corretta strategia fiscale. Oltre a ciò, l’allineamento temporale di questa modifica ad altre, sia piccole che grandi, che, con ogni probabilità, dispiegheranno le proprie ali nel 2026, consentirà agli operatori di approcciarsi ad un unico grande cambiamento, invece che a molti consecutivi. Scenario, questo, che indubbiamente avrebbe portato maggiore disorientamento.

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